Lou Paìs senso témp e i Babaciu

Esiste oggi un paese senza tempo, animato di personaggi laboriosi, intenti nei loro mestieri, nelle faccende domestiche, oppure a gustarsi un bicchiere di vino a fine giornata.
Silenziosi, o almeno apparentemente silenziosi: già, perché se ci si ferma ad osservarli con attenzione i nostri amici raccontano storie, mestieri, vite passate, forse nemmeno troppo diverse dalle vite di chi in montagna ancora oggi decide di fermarsi, di vivere e di lavorare.

 Oggi piccola frazione poco abitata, un tempo questo luogo era
un importante centro economico per il territorio vallivo:
le vie brulicavano di persone, i bambini invadevano le strade e
una settantina di diverse attività animavano l’intera villa.
Si, villa, perché non era una frazione, ma un grande paese, dinamico e attivo,
intorno a cui gravitavano tante borgate, come quella di Monterosso Grana.
Poi l’innovazione, l’evolversi delle tecnologie e il mutamento dei bisogni
hanno portato al lento spopolamento,
facendo di San Pietro una protagonista della micro-migrazione,
insieme a tante altre realtà simili disseminate nei nostri territori montani.
Ora potrete ascoltare in prima persona
le testimonianze di un luogo che è stato e per sempre sarà.

 Questo è il Paese Senza Tempo, benvenuti!

Tutto iniziò molto tempo prima a San Pietro Monterosso…

I babaciu nascono nel 2003 da un’idea di Graziella Menardo per accogliere i visitatori durante la festa patronale ad Agosto a San Pietro di Monterosso Grana. Ma da allora non se ne sono più andati, anzi piano piano hanno colonizzato tutta la frazione ed oggi occupano portici, balconi, stalle ed ogni altro locale che possa accoglierli ed offrire loro un riparo dalle intemperie.

Ed a chi pensa che siano sempre fermi nello stesso posto suggeriamo di ritornare più volte nell’arco dell’anno per controllare di persona!
Potrebbe scoprire che sono davvero vivi…

previous arrownext arrow
Slider

Nel 2013 prende forma il percorso di visita Il Paese senza tempo: uno spaccato di vita congelato dal trascorre del tempo, popolato da babaciu, pupazzi di ferro e fieno, per unire tradizione, memoria e comunità, passato, presente e futuro.
Da giugno 2019 il percorso Lou Paìs senso Temp si è arricchito con la voce e le storie di vita vissuta raccontate attraverso gli abitanti di San Pietro: uno speciale bastone permette oggi di ascoltare dieci differenti testimonianze storiche legate alla montagna, agli uomini, alle donne, alle pietre, al Castelmagno. Dietro ogni racconto c’è un nome, un cognome, un soprannome, una memoria, con un messaggio da trasmettere.
A prestare loro la voce è la comunità stessa, erede diretta del passato o strettamente collegata ai personaggi: sono figli, nipoti, pronipoti o persone che semplicemente fanno oggi lo stesso mestiere e che ringraziamo sinceramente per aver partecipato attivamente al progetto.

 

Se vuoi esplorare le storie raccontate dai Babaciu attraverso la visita interattiva con il bastone di Gino, contatta l’Ecomuseo al  +39 329 4286890 o via mail expa.terradelcastelmagno@gmail.com

I Babaciu nella rassegna stampa dedicata all’Ecomuseo Terra del Castelmagno: Leggi qui 

Il BASTONE DI GINO

Il BASTONE DI GINO è un mezzo per poter conoscere, una ad una, le persone che popolavano Sen Pié, Lou Paìs senso témp, fino al 1950. Per rispondere alle vostre curiosità, basterà avvicinare il bastone a dieci differenti babaciu: questi inizieranno a raccontarvi le loro memorie, testimonianza della vita quotidiana montagna nel secolo scorso.
Sarà anche possibile scegliere la lingua preferita: i babaciu parlano ben sei lingue differenti (italiano, occitano, francese, inglese, tedesco, piemontese)! 

Il percorso con il bastone di Gino comincia presso la Bocciofila o il pensionato Casa Vittoria; potete ritirarlo presso la sede dell’Ecomuseo Terra del Castelmagno lasciando un documento, come cauzione temporanea, e € 5 di contributo a questo progetto frutto della collaborazione tra La Cevitou, Mountpoint Software&Sistems, Noau | officina culturale, Simone Sims Longo e i volontari madrelingua che hanno prestato la loro voce a chi l’aveva persa.

previous arrow
previous arrow
next arrow
next arrow
Slider
X