“IL PAESE CHE (NON) AVEVA IL JUKEBOX”

A San Pietro si presenta il film co-prodotto da La Cevitou e Contardo Ferrini

Tra il 2020 e il 2021 l’associazione La Cevitou e l’associazione Contardo Ferrini, in qualità di presìdi culturali di riferimento della Valle Grana, hanno avviato un percorso comune di indagine artistica legato all’iconografia alpina.

Il progetto, denominato IconAlpe, ha potuto contretizzarsi grazie al supporto fondamentale di Fondazione Cassa Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Regione Piemonte.

Al centro ci sono il territorio e le sue comunità, in un dialogo a volte armonico e a tratti difficile, in cui sono protagonisti la famiglia, il lavoro, la natura. Ma anche l’abbandono e la speranza legata a qualche ritorno.

Tutto questo seguendo due filoni, quello dell’iconografia contemporanea e quello del recupero di una memoria condivisa che si forma anche attraverso la ricerca di fotografie, video e immagini del passato.

In questa cornice ha preso forma la coproduzione del film “IL PAESE CHE (NON) AVEVA IL JUKEBOX” diretto dalla regista Erica Liffredo, che può essere considerato un affresco di vent’anni di storia di un piccolo paese di montagna.

Si tratta di un viaggio in forma di documentario che ci riporta all’epoca d’oro della villeggiatura turistica in Valle Grana attraverso i ricordi di alcuni protagonisti e con il supporto dell’archivio video di Nino Toselli.

Un perenne cantilenar d’acque nelle gore dei torrenti, un frondeggiar denso di boschi, un orizzonte di monti qua e là, dolce e fresco dei pascoli o appena inasprito di rupi: questa la piccola Val Verde, il cui centro è San Pietro. Efficiente è l’attrezzatura alberghiera, la cucina è semplice, ma accurata e le ottime trote del torrente la rendono preziosa ed invitante.

All’imbocco della Valle, a Caraglio, c’è l’ultimo juke-box.

Così i giornali descrivono il piccolo paese di San Pietro di Monterosso, alla fine degli anni ’60. Siamo nel pieno del boom turistico: gli alberghi sono pieni, da giugno a settembre c’è gente dappertutto. Si balla e si diventa adulti a ritmo di musica. Ricordi indimenticabili, per chi lì va in vacanza e per chi ci vive e lavora.

Ma non è semplice la vita lassù, oltre quei tre mesi d’estate quasi fuori dal tempo, ci sono le difficoltà della vita in montagna: nelle borgate più in alto non ci sono strade, né corrente elettrica o acqua potabile… la vita è dura, priva di ogni confort, diversa da quel che si vede stando in mezzo agli abitanti dell’estate.

Mentre in paese arrivano turisti dalla Francia e dalle città, in silenzio le borgate si svuotano, le cave chiudono, la fabbrica chiama.

Nonostante tutto, però, c’è un legame che resta sempre, profondo e inspiegabile per chi in quel paese ha vissuto, anche solo per un’estate.

Il film sarà presentato per la prima volta al pubblico domenica 6 agosto alle ore 21.30 a San Pietro Monterosso all’interno della rassegna SconfinaMenti, cinema sotto i cieli della Valle Grana. La proiezione prevede l’ingresso gratuito.

 

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